Doppio mondo – Dampyr n.303 (giugno 2025)

Scritto da Paolo M.G. Maino

9 Giu, 2025

Gianmaria Contro conferma la volontà all’inizio della sua curatela di voler percorrere anche (non solo) strade nuove all’interno della venticinquennale narrazione dampyriana. E per me questa è la scelta da fare nel momento in cui si prende una responsabilità: rispetto della tradizione e nuova linfa per nuovi percorsi.

Doppio mondo – Dampyr 303 – in edicola da qualche giorno per i disegni di Antonello Catalano e Giovanni Tàlami è infatti una storia che da un lato utilizza modalità tipiche del racconto di Dampyr, ma muovendosi in una vera e propria zona d’ombra prova ad allargare i confini del ‘raccontabile’ come già è accaduto con i ghoul in Detroit Street Blues lo scorso mese.

Ma procediamo con ordine.

 

 

Doppio mondo – Dampyr n.303

Soggetto e sceneggiatura: Gianmaria Contro

Disegni: Antonello Catalano e Giovanni Tàlami

Copertina: Michele Cropera

 

La storia senza spoiler: John Stanley Hart è un novello Mefistofele ossessionato dallo sfuggire la morte e darsi una vita immortale. Per farlo nel passato ha praticato riti oscuri dal sapore lovecraftiano e ora ha trovato un potere nuovo negli interstizi tra i mondi infiniti in quello che è appunto il Doppio Mondo del titolo.

Hart è una anomalia che si lascia anche dietro una scia secolare di sangue che da Praga Caleb Lost rintraccia per poi affidare a Harlan, Kurjak e Tesla il compito di sbrogliare la vicenda. E questo direi è il massimo che possiamo dire senza incorrere in fastidiosi spiegoni.

Come per lo scorso numero, i nostri eroi (a Detroit era solo Harlan) si trovano di fronte nemici nuovi contro i quali non è facile avere la meglio con le solite arme e questo ovviamente ha un primo vantaggio: la conclusione è tutt’altro che scontata.

 

 

Riprendiamo però ora i fili della premessa: strade nuove e utilizzo delle modalità tipiche della narrazione dampyriana (in sintesi la tradizione dampyriana). Queste sono le coordinate su cui si sta muovendo Contro nella sua curatela e per farlo in modo pieno deve esemplificarlo anche a chi oltre a lui nei prossimi tempi scriverà nuove storie per l’ammazzavampiri di casa Bonelli.

Partiamo dal mantenimento di stilemi e strutture tipiche. Li elenco per semplicità: riferimenti espliciti a testi della letteratura noir, pulp o esoteriche (Carver e Burroughs che entra per altro come protagonista con una immagine in una tavola che riproduce in modo perfetto una reference dello scrittore mentre fuma); lotta all’emergere del male a partire dal lavoro da cold case collegati a crimini attuali; apertura di porte a mondi e dimensioni di fantasia come da racconti della tradizioni di Lovecraft, Howard, Clark Ashton Smith…; gioco di piani temporali con flashback che danno ragione di ciò che accade nel presente degli eroi. 

Si tratta per Contro di dare ulteriore seguito alla missione che il gruppo di Harlan si è di nuovo assunto nelle ultime due pagine di Dampyr 300 dopo aver sconfitto Lord Marsden. Non sono compiti nuovi, ma nuova può essere la modalità di affrontarli.

E quindi provo a indicare in sintesi alcune novità. 

 

 

L’idea dell’interzona è quella di uno spazio con nuove regole che da un lato sembrano appoggiarsi al rapporto tra mondo reale e mondo platonico e dall’altro l’interzona vuole essere metafumettisticamente un nuovo spazio di narrazione vergine in cui muoversi più liberi dalla continuity e magari per lanciare nuove strade di continuity. A spiegare questa prospettiva è uno scambio di battute tra Kurjak e William Borroughs: «Un’altra stramaledetta dimensione alternativa!» sbotta il nostro amato soldatino, e la replica è chiara: «Oh no, mister Kurjack… L’interzona non è una ‘dimensione’… è piuttosto come dire… un incubatore».

Il finale aperto come eredità da lasciare alla fantasia del lettore. Tre indizi in questo senso fanno una prova. Dal numero 301 a questo 303 gli albi pur perfettamente autoconclusivi (e anche con ‘solo’ 78 tavole a fumetti) lasciano aperte delle strade e soprattutto come ho scritto lasciano chi legge nella possibilità di immaginare e attendere sviluppi, anche perché un certo ricambio di nemici e di mondi apre la possibilità a soluzioni narrativamente non così prevedibili.

Le tavole post epilogo dedicate non al protagonista o ai suoi amici, ma a qualche personaggio minore di cui possiamo aspettarci un ritorno. Accade così nel 302 sia per i ghoul sia per la giovane ragazza pronta a prendere il suo posto nella criminalità di Detroit sia in questo numero 303 che si conclude con una perfetta ringkomposition (di più non dico).

 

 

Ed ora veniamo al capitolo disegni e disegnatori. Mi permetto (spero che Gianmaria Contro non se ne avrà a male) di riportarvi quello che qualche giorno fa mi ha raccontato Contro stesso mentre bevevamo un veloce caffè. Per chi ha letto, ha notato che le vicende ambientate nell’interzona sono disegnate da Talami mentre tutto il resto da Catalano con un effetto molto efficace e cinematografico. Ho chiesto a Contro come aveva pensato a questa soluzione e mi ha detto che dovendo produrre l’albo con una certa velocità, non c’erano alternative ad avere due disegnatori. Ha inviato ad entrambi (esordienti per altro tutti e due su Dampyr) la sceneggiatura e li ha invitati a coordinarsi nel lavoro come si può apprezzare nel confronto semplicemente tra pagina 5 e pagina 10, due splash page che si specchiano tra di loro nella differenza tra i due disegnatori.

Bravi entrambi nel loro differenti compito con scene molto crude e splatter per Catalano (e se devo pensare ad un illustre precedente in casa bonelli mi è venuto in mente il tratto pulito e al servizio del racconto del compianto Franco Bignotti) e scene più oniriche per Talami che esplodono in un’altra splash page a p.73 (e che hanno invece un sapore alla Genzianella, pur nella assoluta riconoscibilità del tratto di Tàlami che tanto si è fatto apprezzare su Morgan Lost). Due disegnatori che portano il loro tratto al servizio di Dampyr e non possiamo che esserne lieti a conferma del fatto che l’investimento su questa serie pur nella riduzione delle pagine è ancora e sempre di primissimo piano. Tutte e due inoltre realizzano un Harlan convincente.

 

 

La copertina di Cropera è la ciliegina sulla torta per bellezza e composizione. Riguardarla dopo aver letto l’albo è trovarsi di fronte ad una sintesi di momenti e e ci lascia in bocca al sapore piacevole dell’horror e di un mondo da incubo.

Ci rivediamo a luglio dove ad esordire su Dampyr questa volta… sono io! Dampyr 304 nasce infatti da un mio soggetto rivisto da Claudio Falco che poi ha sceneggiato la storia doppia (continua sul numero 305) per i disegni di Andrea Del Campo. La storia – ve lo anticipo – è proprio un classico action horror in cui Harlan e compagni lottano contro non morti a non finire e maestr* della notte! (l’asterisco è per lasciarvi in sospeso su genere e numero!).

 

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