Il morso dello scorpione – Tex n.772 (febbraio 2025)

Scritto da Francesco Benati

11 Mar, 2025

Con Il morso dello scorpione giungiamo al numero 772 di Tex, il che significa che mancano poco più di due anni al fatidico numero 800. L’albo in questione, primo capitolo di una storia doppia, vede ai testi il veterano Pasquale Ruju e ai pennelli l’altrettanto veterano Yannis Ginosatis.

 

 

Il morso dello scorpione – Tex n.772

Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju

Disegni: Yannis Ginosaitis

Copertina: Claudio Villa

Sinossi: il Navajo Julio, cugino di Tiger Jack, salva da un puma la bella Elaine Prescott, vedova di un ranchero del New Mexico, e si stabilisce da lei. Qualche tempo dopo Julio viene ingiustamente accusato dell’omicidio di un lavorante del ranch e la sua vicenda si incrocia con quella di Tex Willer e Kit Carson, i quali sono sulle tracce di un pericoloso bandito soprannominato El Escorpiòn che terrorizza la regione.

Ruju, come da par suo da diversi anni a questa parte, mette in scena due storie che scorrono parallele fino a toccarsi e infine a fondersi in un’unica linea narrativa. In questo caso abbiamo tutta la parabola di Julio e di Elaine, fra i quali nel frattempo è sbocciato l’amore, e le avversità di Julio nel farsi accettare fra i lavoranti del ranch per il fatto di essere un indiano. Dall’altra parte, seguiamo le vicende di Tex e Carson impegnati nella caccia a El Escorpiòn, caccia che con il proseguire dell’albo mostra svariati punti di contatto con la trama di Julio. 

 

 

Dopo alcune storie in cui aveva calcato maggiormente la mano sull’aspetto noir, Ruju è tornato a scrivere un’avventura di western classico che più classico non si può, benché la vena noir sia sempre presente: il bandito a capo di un folto gruppo di predoni, l’indiano ingiustamente accusato, lo scenario del New Mexico e poi Tex e Carson a garantire la giusta dose di piombo. Va segnalato che, come spesso capita ultimamente, il personaggio che regge davvero la vicenda non è Tex, ma Julio, il quale si rivela subito come il vero protagonista della storia (il che non significa che il ranger non faccia nulla, anzi).

Naturalmente la classicità della storia da un lato è una manna per tanti lettori, dall’altra ha costantemente la spada di Damocle della prevedibilità sulla propria testa. Se proprio volessimo trovare un difetto nella storia di Ruju, esso consiste nell’eccessiva prevedibilità nello sviluppo di un paio di personaggi secondari quali il cowboy Gus e lo sceriffo Campbell la cui evoluzione nel prossimo albo (ma anche in questo, in realtà) è praticamente già scritta.

Poco male: come abbiamo detto, è un western classico e certi elementi sono inevitabili.

 

 

Sul versante disegni ritroviamo Yannis Ginosatis dopo diversi anni dalla sua ultima apparizione sulla serie regolare. Il disegnatore greco, benché bravissimo e con uno stile molto particolareggiato, non è quello che si potrebbe definire un velocista, motivo per cui ha all’attivo solo un numero di limitato di storie pur essendo apparso sul mensile ormai quasi quindici anni fa. In questo caso possiamo dire che l’ambiente del sudovest è perfetto per il suo stile realistico e classico. Se volessimo usare un’espressione un po’ trita, potremmo dire che l’ambientazione abilmente ricreata da Ginosatis è uno dei personaggi della storia tanto essa è presente nelle singole scene. Alcune vignette potrebbero risultare fin troppo piene e forse qualche dettaglio in meno avrebbe giovato, ma lo stile di Ginosatis è questo, prendere o lasciare. Allo stesso tempo va riconosciuto al disegnatore di aver sapientemente utilizzato alcune vignette prive di sfondo in alcune concitate scene d’azione per far risaltare di più lo scontro fisico fra i protagonisti.

 

 

Tirando le somme si tratta di un buon primo albo che si traduce in una lettura piacevole. Non si tratta, almeno per ora, di una storia destinata a lasciare un segno duraturo nella saga, ma in fondo non deve nemmeno farlo. Una serie mensile come questa ha bisogno soprattutto di storie medie come questa che permettano al lettore di godersi una mezz’ora di lettura in santa pace.

 

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