Prigioniero del futuro – Allan Zero n.1 (2024)

Scritto da Paolo M.G. Maino

10 Nov, 2024

Allan Zero è la nuova serie da libreria di Bugs Comics ed è una serie che vuole esplorare il genere della fantascienza e in modo particolare il sottogenere del cyberpunk. Si tratta di una delle tante novità che Bugs ha portato a Lucca (12 volumi di materiale inedito… c’è qualche casa editrice italiana che ha portato così tante novità originali a Lucca Comics & Games in questo 2024? A mio parere nessun altra e direi che è un grande merito per questa ormai solida realtà del mondo del fumetto italiano).

 

 

Ai testi troviamo Luca Blengino (che in questo novembre è uscito anche insieme a Adriano Barone per i testi del podcast crime ‘Effetto Eco’ che potete ascoltare su Audible) e ai disegni Vittorio Santi.

Chi è Allan Zero? Come dice il titolo di questo numero 1 è un Prigioniero del futuro: per ragioni che non conosciamo si è fatto ibernare (criocongelare) nel 2099 (data non casuale ovviamente) e doveva risvegliarsi qualche decennio dopo e invece l’involucro metallico in cui è congelato si è perso nello spazio ed è stato recuperato in un momento del tempo imprecisato ma almeno 5 secoli dopo… siamo infatti nel 199 dopo la Fondazione (di cosa? non lo sappiamo). Il suo stesso nome è semplicemente un nome e un cifra (‘0’ appunto) sulla sua bara di criocongelazione. Come fosse una sorta di John Doe.

 

 

Questa è di fatto la premessa di questo bel numero uno. Che cosa vi aspetta a leggere Allan Zero? Un numero di origini in cui attraverso le scoperte del protagonista, all’oscuro della realtà che lo circonda come noi lettori, a poco a poco cominciamo a capire dove ci troviamo e che caratteristiche ha la società e il contesto in cui Allan deve imparare a muoversi. E le scoperte non avvengono attraverso ‘spiegoni’, ma solo con azione, dialoghi serrati, introduzione di personaggi, cambi di scenari. C’è tanta recitazione nei personaggi di Vittorio Santi e poi c’è lo svelarsi a poco a poco di un mondo come accade nella bellissima scena di ascesi posta al centro dell’episodio: una sorta di salita purgatoriale di Allan per uscire «a rivedere le stelle».

Blengino crea un mondo prendendo da tante storie e racconti di fantascienza, ma in fondo il modello di base è quello di romanzi come Shogun di James Clavell dove un uomo di un altro mondo deve conoscere una nuova società e trovare il modo di viverci. La sceneggiatura conosce i tempi e la grammatica del fumetto di azione che sa ancora suscitare ‘sense of wonder’ e direi che non è cosa da poco. 

 

 

E poi ci sono mille riferimenti a cultura pop legata a fumetti, romanzi, film e serie di fantascienza. Qualche titolo? Alien, Spiderman 2099, Neuromante di Gibson, Hammer, i manga di Go Nagai… ma sono sicuro che ciascuno ne troverà degli altri (insieme a easter eggs come lo scatolame Bugs!) e soprattutto li troverete senza percepire uno stucchevole ipercitazionismo, vero male del postmoderno. Blengino sa che Allan Zero non è un fumetto primo di un genere, ma sa altrettanto bene che le storie buone sono quelle che ci guidano su strade conosciute in modo nuovo, mettendo in gioco elementi noti ma ricombinandoli come prima non è mai successo. E Allan Zero è questo. Direi anzi che questo è il modo di raccontare in Bugs: tanto studio, tanta passione e tanta volontà di stupire con storie fresche e dinamiche.

Ottima la prova di Vittorio Santi che sfoggia doppie splash page, ambienti claustrofobici, ipertecnologie, sordidi locali… Si diverte a muoversi in un mondo che sta creando visivamente davanti ai nostri occhi (e posso immaginare quale bibbia di reference gli avrà offerto Luca Blengino!) e così fa divertire tutti noi. Tra i personaggi che entrano nell’azione, meritano una menzione speciale i Beat Boxer, folli e disumani.

 

 

Un nota bene e un difetto. Il nota bene è che la presentazione del personaggio in quarta di copertina è un’anticipazione di quello che avverrà perché nulla (o quasi nulla) di quello che è lì scritto è oggetto di Prigioniero del futuro. Il difetto? Quando uscirà il secondo volume? A Lucca 2025? Se per Galdor, spin off di Kalya, la cosa è mediamente accettabile proprio per la sua natura di spin-off e così anche per Generi che presenta storie autoconclusive di rilettura (geniale) di Samuel Stern, è possibile rimanere affezionati ad una storia che è evidentemente seriale quando il secondo numero esce a distanza di un anno? Lo capiremo! Ma ora io vorrei il secondo numero… domani!

 

 

 

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