A pochi giorni dall’uscita del nuovo numero, ecco la recensione dell’ultimo Tex mensile edito dalla Sergio Bonelli Editore. Fuga verso il Canada, questo il titolo dell’albo, conclude la storia doppia iniziata il mese precedente con La collera di Falco Giallo e vede al soggetto e alla sceneggiatura Claudio Nizzi, storico autore della serie, e ai disegni l’altrettanto storico Giovanni Ticci, ad oggi il disegnatore con più anni di Tex sulle spalle (il suo esordio risale al 1967!).
Fuga verso il Canada – Tex n.766
Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
Disegni: Giovanni Ticci
Copertina:Claudio Villa
Riassunto della puntata precedente: Tex e Carson sono sulle tracce di alcuni cercatori d’oro e altri cacciatori che stanno invadendo la riserva degli Shoshones guidati da Falco Giallo. Dopo i primi scontri, Tex è costretto a fare rapporto al colonnello Drayton, comandante di Fort Kirk, il quale si rivelerà poi essere in combutta con i cercatori. Lo scopo infatti è quello di provocare uno scontro che costringerà gli indiani a lasciare quelle terre per consentire agli speculatori bianchi di impadronirsene. Dopo essere stati fatti prigionieri, Tex e Carson riescono a fuggire con l’aiuto del sergente Coster e a liberare l’intera tribù Shoshone.
Nell’albo conclusivo, Tex e Carson guidano la tribù Shoshone verso il confine canadese, quindi fuori dalla giurisdizione del governo americano. Il colonnello Drayton è sempre al loro inseguimento, ma Tex, essendo esperto nell’arte della guerriglia, riesce a ritardare l’avanzata della colonna militare per consentire agli indiani di proseguire. Sfruttando le proprie conoscenze e qualche inaspettato colpo di fortuna, la fuga degli indiani prosegue fino al momento finale.
Claudio Nizzi rispolvera un grande classico, quello degli indiani in lotta contro i militari e gli speculatori in una storia che ha più di un’analogia con un’altra scritta dallo stesso Nizzi diversi anni fa, L’oro dei monti San Juan, una storia in due albi disegnata da Lucio Filippucci. Un soggetto classico che ha sempre il suo fascino eterno al quale lo stesso Nizzi pare essere abbonato, visto che altre due storie molto apprezzate dai lettori, Le colline del vento e Nuvola Rossa, sono sullo stesso tema.
Tuttavia, se Le colline del vento aveva un che di fiabesco con un lieto fine sfacciato, Nuvola Rossa aveva il senso della tragedia aleggiante e L’oro dei monti San Juan era comunque una storia solida e senza sbavature, questa doppia ha un approccio completamente diverso. Nel primo albo troviamo il consueto Tex calmo e rilassato in pieno stile nizziano che sembra non possedere l’esperienza e l’acume del Tex più scafato e intuitivo di GL Bonelli in quanto viene colto di sorpresa dalla mossa del colonnello Drayton di arrestare la tribù di Falco Giallo. Il proseguo di questa storia vede Tex comportarsi da Tex, come nella scena del furto dei cavalli, alternando poi dei momenti di grande leggerezza come nella scena nella quale Tex riesce a convincere, apparentemente senza sforzo alcuno, il comandante di una piccola guarnigione di frontiera di essere un semplice mercante di cavalli e di ottenere ospitalità per consentire agli Shoshones, non visti, di oltrepassare il fortino.
Nizzi opta per la leggerezza e il divertimento anche nell’atto finale, dove Tex e Carson si concedono di aspettare in totale rilassatezza l’arrivo dei soldati di Drayton e di canzonare l’ufficiale. Lo scontro conclusivo si basa su premesse poco credibili, ma anche qui Nizzi sceglie di puntare sulla semplicità e sul dare al lettore una storia leggibile senza sforzo e senza porsi troppi problemi di analisi logica di un fumetto.
Come indicato nella recensione dell’albo precedente, Giovanni Ticci, alla veneranda età di 84 anni, riesce a donare ai suoi lettori delle tavole ottime, di grandissima caratura e di altissima qualità nonostante il disegnatore senese, oltre all’età, abbia sofferto alcuni anni or sono di un serio problema agli occhi. Il suo tratto risente inevitabilmente del peso degli anni, ma qualsivoglia debolezza è ampiamente compensata dall’esperienza nel trovare le soluzioni migliori per risolvere gli eventuali problemi che possono sorgere nella composizione della tavola. Il bilanciamento dei bianchi e dei neri, la gestione dei personaggi, la recitazione e la dinamicità delle scene d’azione sono degli scogli contro il quale disegnatori più giovani e in forze possono andare a scontrarsi, ma che Ticci riesce a risolvere grazie ai decenni trascorsi al tavolo da disegno.
Le 220 pagine che compongono la storia sono un autentico manuale dal quale orde di disegnatori più giovani, anche già affermati, possono solo imparare.
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