La casa della paura mette al centro della narrazione un classico tema da horror stories ossia la casa infestata, ma inserita in un tetro luna park con attrazioni orrorifiche: Scaryland. Ovviamente in Dampyr niente è mai veramente classico e le storie più scontate si mostrano come poi quelle che poi ti spiazzano di più, come ad esempio per lo speciale Ghost watch del 2023.
E così questo Dampyr 292 ci offre un’altra storia ricca di spunti che si legano alla continuità dampyriana e ad offrircela sono Mauro Boselli e Alessio Fortunato.
Ma andiamo con ordine!
La casa della paura – Dampyr n.292
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Alessio Fortunato
Copertina: Enea Riboldi
Nella west coast americana il luna park Scaryland presenta una doppia attrazione stregata: un rollercoaster (le nostre montagne russe) dove persero la vita diverse persone per un presunto errore di Sammy, il frenatore dei vagoni, e appunto la casa della paura che non è una semplice attrazione costruita per far divertire, ma la casa originale di efferati crimini di Axeman (dagli anni venti del 900) trasportata a chilometri di distanza prima che fosse abbattuta.
Se ne parliamo in una storia di Dampyr è perché quei crimini fin dal prologo della vicenda si riattivano con nuove vittime e il colpevole pare essere ancora Axeman. Lo stesso uomo? Un non-morto?
Caleb manda Harlan, Kurjak e Tesla a indagare e da qui la storia entra nel vivo con per altro molti cambi di rotta rispetto alle ipotesi che con Harlan noi lettori ci facciamo (e anche per questo mi ha ricordato il modo di procedere della narrazione del già citato speciale Ghost watch) . Il dampyr qui è totalmente un detective e di fatto, a parte la resa dei conti finale, le scene di azione sono tutte di Tesla, con una chiara scelta narrativa. Belli i personaggi che ruotano attorno alla vicenda. In particolare sottolineerei i fratelli Harper. E nel gruppo sono decisamente più in evidenza l’algida Ella e Hoss, un gigante con ritardi mentali che subito mi ha fatto pensare a Slorg della banda fratelli del cult movie The Goonies.
Tanti e sottili i fili legati alla continuity dampyriana: le origini della vicenda negli anni venti e la statua di cera di Lon Chaney ci portano nel cinema muto (e se parliamo di cinema… beh sapete quale maestro della notte sarà in qualche modo coinvolto e per darvi un indizio partirei da Bloodywood); le oscure vicende della casa ripercorrono in parte l’idea di fondo de Il fiume dell’orrore; se giriamo in un luna park della paura difficile non pensare a Fantasmi di sabbia storico Dampyr n.3 (ma è solo una suggestione).
Insomma gli ingredienti sono ben noti, ma il bello della lettura è vedere come si ricombinano tra di loro nella sceneggiatura di Boselli.
Veniamo al capitolo molto discusso dei disegni (discusso in quel mondo molto ristretto a dire il vero dei lettori di fumetti sulle piattaforme social e in pratica sullo spazio ormai datato di Facebook). Diciamolo subito, qualcosa non ha funzionato nel prodotto finale arrivato in edicola. Alcune tavole hanno avuto un passaggio molto più veloce a chine dopo le matite e il tratto curatissimo con le linee quasi infinite della penna Bic di Alessio Fortunato sono qui molto più accennate. Che cosa sia successo non è compito nostro né dirlo né tantomeno saperlo. Siamo dei semplici recensori e costatiamo gli elementi del fumetto che leggiamo. L’esito finale è negativo? Non direi, ma sicuramente mostra delle incoerenze. Ho apprezzato l’acuta osservazione di un altro disegnatore Bonelli e dampyriano, Giorgio Gualandris, che in quelle tavole che per alcuni sono state ‘tirate via’ e affrettate ci ha visto la potenziale di uno stile che al servizio della narrazione scorre via più rapido senza preoccuparsi troppo di orpelli e particolari. È una difesa di classe? Non credo… penso piuttosto ad una intuizione di una strada che potrebbe anch’essa essere percorsa nel fumetto popolare.
Un albo che nonostante le incoerenze dei disegni, ho apprezzato e che mi sono gustato. E aggiungo che l’ho fatto grazie ai disegni di Fortunato e non nonostante i suoi disegni. Il suo tratto è tra i più riconoscibili dei disegnatori degli ultimi 10 anni su Dampyr e merita tutto il massimo riconoscimento che gli si possa dare (e le pagine prese dal preview Bonelli dimostrano l’alta qualità della maggior parte delle tavole pubblicate nell’albo).
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