La mesa della follia – Tex n.748 (febbraio 2023)

Scritto da Francesco Benati

7 Mar, 2023

Nel giorno dell’uscita ufficiale del secondo e ultimo capitolo, ecco la recensione de La mesa della follia, l’ultimo Tex mensile edito dalla Sergio Bonelli Editore. Trattasi di un doppio esordio per il ranger: al soggetto e alla sceneggiatura troviamo Moreno Burattini, già autore di alcune storie brevi, e ai disegni Michele Rubini, anch’egli reduce dalle storie brevi e da una lunga storia per la collana Tex Willer intitolata Nelle terre dei Seminoles.

 

 

La mesa della follia – Tex n.748

Soggetto e sceneggiatura: Moreno Burattini

Disegni: Michele Rubini

Copertina: Claudio Villa

 

La mesa della follia prende spunto proprio da una storia breve scritta da Moreno Burattini e disegnata da Rubini uscita su un Color Tex di alcuni anni fa e intitolata Chupacabras dal nome di un leggendario animale mezzo vampiro che infesta le zone al confine con il Messico. In quell’avventura Tex faceva la conoscenza con tale animale misterioso, conoscenza condita con abbondanti dosi di piombo e ora Burattini decide di dare un seguito ed uno sviluppo più complesso a quella vicenda.

Sinossi: El Morisco ed Eusebio vengono contattati da un gruppo di campesinos messicani per indagare sulla morte di alcuni animali, morte avvenuta per dissanguamento. I due si addentrano quindi nelle assolate terre messicane, mentre Tex Willer e i suoi pards sono alle prese con la ricerca di una spedizione archeologica scomparsa. I due gruppi di uomini iniziano così il loro percorso su una pista che, verosimilmente, li porterà ad incrociarsi.

 

 

Se i disegni di Michele Rubini sono una garanzia di qualità, e di quelli parleremo dopo, la vera incognita era il lavoro di Moreno Burattini. Non che si tratti dell’ultimo arrivato, anzi: con oltre trent’anni di carriera alle spalle, è indubbiamente uno degli sceneggiatori bonelliani di più lungo corso nonché curatore di Zagor sin dal 2007 e suo autore più prolifico di sempre. Tuttavia, Burattini è anche un autore che negli ultimi anni ha diviso la comunità zagoriana tra chi apprezza il suo stile, spesso venato di giallo e di thriller, spesso arricchito di flashback, e chi invece, legittimamente, preferisce temi e stili narrativi differenti.

Ebbene, in questo albo lo stile di Burattini è ben evidente: al centro della vicenda c’è un doppio mistero, quello degli animali morti e quello della spedizione scomparsa; c’è il consueto ricorso a dialoghi relativamente standardizzati (di fatto tutti i personaggi parlano più o meno nello stesso modo), ma la narrazione è più snella, il ritmo avventuroso è più elevato e, più in generale, si riscontra una maggiore freschezza nello stile narrativo di Burattini. A parere di chi scrive, le incursioni che l’autore toscano ha compiuto negli ultimi anni sia su Tex che su Dampyr sono stati una ventata d’aria fresca perché gli hanno permesso di uscire dai binari tradizionali dello Spirito con la Scure, del quale rimane comunque l’autore principe, trovando nuova linfa e provando cose mai sperimentate prima. 

 

 

Non abbiamo modo di sapere quanto la supervisione di Mauro Boselli, che è stato proprio curatore di Zagor prima di passare il testimone a Burattini, abbia influito sul risultato finale (lo stesso Boselli, secondo quanto si dice, in tanti anni avrebbe corretto a Burattini solo qualche toscanismo), ma certo è che il risultato finale è complessivamente buono.

I disegni di Rubini, come dicevamo, sono una garanzia di qualità: il suo tratto personale, moderno, quasi nervoso, ma non privo di una particolare eleganza, si rivela adatto alla tipologia di racconto e conferma che Rubini è in grado di disegnare qualsiasi cosa: dalle metropoli ucroniche di Morgan Lost alla Darkwood di Zagor fino al ciclo bretone di Dampyr e al mondo di Tex. Il suo Morisco e il suo Eusebio sono una bella versione dei personaggi classici. Gli anni trascorsi a disegnare il Tex giovane non hanno impedito a Rubini di realizzarne un’ottima versione da adulto e tutti i pards risultano ben caratterizzati.

E poi ci sono i Chupacabras, i quali compaiono solo a fine albo, ma sono mostruosi e paurosi al punto giusto.

Il primo albo di questa doppia è quindi buono, tirato in alto da splendidi disegni e apre buone premesse per il capitolo finale.

 

 

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