Con grande piacere vi presentiamo in anteprima la recensione del nuovo albo di Tex intitolato Alla ricerca delle navi perdute, primo capitolo di una lunga saga che si dipanerà per i prossimi mesi e che vedrà Tex e i suoi pards alle prese con le insidie del grande nord. Ai testi il curatore Mauro Boselli e ai disegni Giovanni Bruzzo.
Alla ricerca delle navi perdute – Tex n.732
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Giovanni Bruzzo
Copertina: Claudio Villa
Premessa: questa storia è perfettamente leggibile a sé stante e nel primo albo sono presenti tutte le informazioni che possono garantire al lettore di orientarsi nel racconto. Tuttavia, se davvero ci si vuole far largo in mezzo a tutti i riferimenti, i rimandi e gli ammiccamenti, mi tocca riconoscere che almeno questa volta è necessario fare un rapido elenco delle storie essenziali da (ri)leggere prima di approcciarsi a quest’ultima:
Sulle piste del nord (Bonelli, Ticci)
Jack Thunder l’implacabile (Boselli, Marcello)
Nei territori del nord-ovest (Boselli, Font)
Alaska (Boselli, Font)
Giovani assassini (Boselli, Font)
Winnipeg (Boselli, Font)
In rigoroso ordine di pubblicazione, queste sei storie non solo vengono omaggiate e citate, ma costituiscono il background essenziale di numerosi personaggi.
Ciò detto, ripeto comunque che potete anche non leggerle e godervi questa storia come se nulla fosse, ma poi non dite che io non vi ho avvertito.
Le anticipazioni trapelate in questi mesi, ma potremmo dire anni data la lunga lavorazione, e una roboante copertina di Claudio Villa hanno dato l’impressione di trovarci davanti a una di quelle storie da grandi occasioni: i quattro pards al completo, la presenza di numerosi comprimari di lusso (il colonnello Jim Brandon, Kathy Dawn e Dallas), una storia lunga quattro albi, un tema storico e gli immensi scenari del Canada selvaggio e inesplorato.
Ebbene, dopo la lettura dell’albo posso confermare senza problemi che l’impressione è stata immediatamente confermata.
1845. Le navi Erebus e Terror al comando del capitano John Franklin spariscono senza lasciare traccia nel corso di una spedizione per la ricerca del passaggio a nord-ovest, la rotta che collega l’Atlantico e il Pacifico senza dover circumnavigare il continente americano da sud. Numerose spedizioni vengono inviate in loro soccorso, ma senza esito. Quarant’anni dopo, una nuova spedizione a capo del capitano Edwin Bailey si pone l’obiettivo di recuperare il relitto e scoprire i risultati della spedizione per proseguire nella ricerca del passaggio a nord-ovest. Bailey assume come cacciatrici Kathy Dawn, ragazza per metà Inuit che ha già incrociato più volte le piste di Tex e, soprattutto, di Jim Brandon, e Dallas, ex ballerina da saloon che ha avuto a che fare con i pards per motivi diametralmente opposti e li odia a morte.
(chiedo perdono a chi leggerà questo riassunto striminzito su Dawn e Dallas, ma garantisco che riassumere il loro ruolo nel microcosmo di Tex in poche righe è tutt’altro che facile, perciò andatevi a leggere le storie che ho elencato prima).
A complicare le cose per la spedizione ci si mettono gli indiani Fox che si rivelano essere piuttosto turbolenti e Jim Brandon si reca da loro per tenere buoni gli animi e, nel frattempo, chiede il supporto di Tex e dei suoi pards per soccorrere Dawn e Dallas che rischiano grosso per via delle ingerenze dei Fox. In mezzo a tutto questo, sulle tracce di Dallas c’è pure Mike, suo vecchio spasimante che non ha mai smesso di cercarla.
Si tratta, probabilmente, della sinossi più lunga che io abbia mai scritto per un albo di Tex e ci tengo a precisare che ho riassunto solo le prime 25 pagine del volumetto, questo per dare l’idea della maestosità dell’affresco.
Boselli tesse una rete di relazioni fittissima, ripescando sia personaggi classici di GL Bonelli (Jim Brandon) sia i suoi (Dawn e Dallas), arricchendola con altri nuovi di zecca e tirando le fila di tante storie realizzate in precedenza, a cominciare da più di un gradito omaggio a Sulle piste del nord, vecchio capolavoro della saga. Nonostante l’elevato numero di personaggi e linee narrative (ben tre) che si snodano nelle 110 pagine dell’albo, la gestione delle scene consente di presentare in maniera ordinata tutti i personaggi e le loro motivazioni ad agire. Non mancano i momenti più rilassati come i classici battibecchi con Carson (al quale Boselli fa fare un’incomprensibile figuraccia, proprio lui che ha rivitalizzato il personaggio dandone una versione energica e strepitosa) o quelli fa Dallas e il capitano Bailey, tutti graziati da alcuni dei migliori dialoghi che Boselli abbia mai realizzato.
Va detto che, se si esclude una rapida scazzottata nelle prime pagine, l’albo è fondato prevalentemente sui dialoghi e su un ritmo lento e solenne privo di fretta e di colpi di scena, cosa che potrebbe far storcere il naso ad alcuni e far calare le palpebre ad altri, ma ci pensa al lunga scena d’azione centrale a scuotere i sensi e a catapultare il lettore in un inferno di frecce e di indiani assetati di sangue.
Ai disegni, un Giovanni Bruzzo in stato di grazia. Tornato finalmente sulla serie regolare dopo molti anni di assenza, Bruzzo sfoggia tutto il suo talento realizzando una prova di alto livello che paga pegno al lavoro svolto da Giovanni Ticci in Sulle piste del nord, come già detto omaggiata in più occasioni. Faremmo un torto a Bruzzo se ci limitassimo a paragonarlo all’allora giovane Ticci: il disegnatore genovese dimostra una perfetta padronanza della materia ed è evidente il lavoro di documentazione fatto sugli ambienti del nord, sia per quanto riguarda la flora e la fauna che per la gestione dei grandi spazi aperti e delle tenebrose foreste del Saskatchewan. Bruzzo ha anche il non trascurabile pregio di aver individuato benissimo le figure di tutti i personaggi sia a livello di espressioni che sul piano fisico nel suo complesso in modo che essi siano immediatamente riconoscibili per il lettore.
Per chiudere, altrimenti qui facciamo notte, abbiamo di fronte una storia che riporta la serie regolare su altissimi livelli dopo che per qualche mese ci siamo dovuti accontentare di una sfilza di storie medie utili a passare una piacevole mezz’ora, ma lontane dal farsi ricordare davvero. Il duo Boselli-Bruzzo riesce invece nell’intento di realizzare un primo albo che dispone tutte le pedine sulla scacchiera in attesa dei prossimi capitoli che porteranno avanti quella che ha tutti i crismi di una storia epica.
Per me il più bel racconto di questo genere è ambientazione resta sempre SULLE PISTE DEL NORD.