Dopo l’albo medagliato di aprile che da lettore saltuario del BVZM mi ha relativamente soddisfatto perché era una seconda parte di una storia doppia, posso con più ragione di causa dare le mie pillole di recensione per Ottant’anni fa, il numero 375 di Martin Mystère, il primo della nuova formula della vita da Mutaforma della serie Bonelli dedicata al Detective dell’impossibile.
Dopo la prima vita da mensile (con la lunga parentesi dei Mysteri Italiani, sottospecie interna), dopo aver creato gli speciali estivi di casa Bonelli e i balenotteri Bis che tornano quest’estate per altre collane (ma solo bis slim e non maxi), dopo aver vissuto per anni nel formato jumbo del bimestrale, ecco che da maggio si ritorna al mensile di 100 pagine, ma in realtà con 80 pagine di fumetti, 10 di rubriche, 10 di un romanzo di appendice di Andrea Cappi, la pagina di Zio Boris e anche la striscia dei Bonelli Kids. Insomma un format che si presenta come una bella ‘satura lanx’ cioè un’insalata varia di tanti prodotti che in ormai 40 anni Castelli e co. hanno sperimentato. Con in più la cura grafica di Alex Dante, un indubbio valore aggiunto per MM.
Ma veniamo alle mie varie considerazioni (non solo sul fumetto).
Ottant’anni fa – Martin Mystère n.375
Soggetto e sceneggiatura: Alfredo Castelli
Disegni: Lucio Fillippucci
Copertina: Giancarlo Alessandrini e Lucio Filippucci
L’omaggio vero agli 80 anni!
Diciamolo a tutti e gridiamolo ai quattro angoli del mondo: questa storia a fumetti è il vero omaggio che la casa editrice milanese si regala e regala ai suoi vari fan per festeggiare gli 80 anni. Un mystero fumettistico e metafumettistico che mette in scena come protagonisti Castelli stesso e soprattutto Gianni Bono, biografo numero uno di casa Bonelli e vede la comparsa attorno a Davide Bonelli di tanti protagonisti della redazione di Via Buonarroti. Il tutto legato a quelle settimane di inizio 1941 in cui GL Bonelli fece partire qualcosa che allora non sapeva fin dove sarebbe arrivata. E ovviamente la cura storica (e anche linguistica) è davvero notevole. Questo omaggio per me basta per l’acquisto.
Un bel mistero classico
…e cioè Mu e Atlantide (che torneranno prepotentemente anche a giugno come appare dal preview). Quando ci sono loro in ballo il lettore più antico del BVZM sussulta sempre (e io effettivamente lo so da lungo tempo visto che il primo Martin che ho comprato è stato Il genio del male (MM n.61). Non aggiungo di più per non spoilerare ma i riferimenti Atlantidei funzionano bene almeno fino alle ultime pagine dove per me il ritmo rallenta un po’ troppo.
Il fumetto nel fumetto
Alfredo Castelli e Lucio Filippucci (bravissimo) ci dilettano con uno dei tanti possibili Martin. È la volta di Martin Mistero, accompagnato da un spassosissimo Java, rinominato l’ascaro Tomi. Battute e spirito anni ’40 per omaggiare uno dei primi personaggi ereditati da casa Bonelli, L’inafferrabile. Eroe fascista per obbligo, ma paladino di libertà per vocazione.
Filologia mysteriana sotto forma di narrazione
Il romanzo di Andrea Carlo Cappi (supportato dal certosino lavoro di Amys l’associazione culturale degli amici del BVZM)si inserisce perfettamente nello stile di questo nuovo/vecchio Martin Mystère: un romanzo in dodici puntate ambientato in dodici mesi diversi e legato a dodici momenti importanti delle avventure di Martin. E ovviamente la partenza è a maggio 1982 poco dopo una certa vicenda a Luxor dove un giovane Martin con un Java da poco sua spalla ha appena visto andare in fumo letteralmente una biblioteca di Atlantide a seguito dello scontro con gli Uomini in Nero ed è in attesa di scontrarsi con Sergej Orloff (Che tempi, ragazzi!).
Ma non è solo un romanzo quello di Cappi, è anche una doppia ricerca filologica della quarantennale storia di MM e in questo caso una storia molto di nicchia tra romanzi noir e cinema hollywoodiano degli anni d’oro. E quindi il romanzo si correda di immagini (e forse qui il colore sarebbe in parte apprezzato!).
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