Con Colpo di Stato si conclude la lunga saga di Tex scritta da Pasquale Ruju e disegnata da Stefano Biglia che ha occupato ben quattro albi e che ha visto il ranger e i suoi pards uscire dagli scenari abituali del vecchio West per una trasferta in Guatemala.
Si tratta della terza storia di circa 400 pagine che abbiamo visto su Tex nel giro di un paio d’anni, segno che queste saghe monstre sono ancora realizzabili se si hanno i disegnatori e gli autori giusti e che sono sempre amatissime dai lettori.
Colpo di Stato – Tex n.724
Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju, Antonio Zamberletti
Disegni: Stefano Biglia, Giuseppe Candita
Copertina: Claudio Villa
Riassunto delle puntate precedenti: Tex e i suoi pards affiancano Montales in un viaggio diplomatico in Guatemala. Il governatore è convinto che il ricco Cooper sia il mandante di un attentato ai suoi danni e vuole vederci chiaro. Tex e Tiger Jack si uniscono a Rodrigo, un abitante del luogo che vuole ricongiungersi con la moglie e il figlio da tempo tiranneggiati dalla setta della Negra Muerte, mentre Kit Carson e Kit Willer si fingono due ricchi uomini d’affari per affiancare Montales nelle sue ricerche. Quest’ultimo è infatti convinto che in Guatemala si stia per verificare un colpo di Stato sostenuto dai generali e appoggiato dalla Negra Muerte guidata dal perfido Sebastian. Tex, Tiger Jack e Rodrigo fanno la conoscenza di Jairo, un guerrigliero da anni in lotta contro la Negra Muerte e i grandi latifondisti, il quale si rivela un prezioso supporto nella battaglia. Ma la resa dei conti è vicina.
Dopo due albi molto convincenti e di alta caratura, con il terzo avevo evidenziato l’inceppamento di qualche ingranaggio, il che mi aveva fatto temere per la conclusione racchiusa in una sessantina di pagine.
Invece sono stato smentito dalla storia, la quale presenta un finale risolto con la consueta professionalità da parte di Pasquale Ruju, qui alla sua storia più lunga in assoluto. L’elevato numero di personaggi e la conseguente complessità dell’intreccio obbligano Ruju a fare i salti mortali per far quadrare il tutto in maniera credibile ritagliando uno spazio di gloria per tutti i personaggi e senza che il gusto della lettura ne risenta.
Sul secondo punto non c’è dubbio: la sfida è riuscita. Nonostante la rapidità dello svolgimento, il finale si presenta pulito e senza sbavature e immerge il lettore nel turbine dell’azione.
Riguardo ai personaggi presentati, quello raccontato meglio è indubbiamente Montales. Ritrovare il governatore/guerrigliero in forma smagliante è come incontrare quell’anziano parente che non senti da un pezzo e sapere che sta bene in salute. Rodrigo non emerge del tutto, ma il suo lavoro lo fa bene. Tra le new entry, un altro personaggio molto riuscito è Jairo, rude guerrigliero dai modi spicci che si batte per la sua terra.
Fra gli antagonisti, il cattivo Preston Cooper e il resto dei congiurati sono i classici cospiratori che popolano queste storie e che abbiamo incontrato tante volte, ma sono sempre delle figure affascinanti.
Ad uscirne malissimo è proprio la tanto temuta Negra Muerte.
Tanto rumore per nulla, in quanto sono sufficienti un po’ di pistolettate dei nostri eroi e questi erculei cattivoni si sciolgono come burro. Anche il capo Sebastian, inizialmente presentato come uno di quegli spaccamontagne duri da buttare giù, si rivela essere molto fumo e poco arrosto e quel poco è tutto impiegato nel duello alla sciabola con Tex, senza dubbio uno dei momenti migliori dell’albo.
Considerazioni sulla Negra Muerte a parte, la conclusione della lunga saga in Guatemala è senza dubbio una delle migliori storie di Ruju. La lunghezza extra-large non è stata affatto facile da gestire, però il risultato finale è più che apprezzabile e costituisce una solida base per altre future storie di Ruju dai tre albi o superiori.
Riguardo ai disegni di Biglia, non posso fare altro che confermare quanto espresso nei tre albi precedenti, ma ripetersi in questo caso è sempre piacevole: un disegnatore bravissimo e di grande esperienza che su Tex ha modo di destreggiarsi trovando sempre il modo di variare ambientazione e personaggi. Dopo una storia breve ambientata sulla neve, ne è venuta una nell’assolato Texas con i Comanche e un’altra breve in Canada. Tanti scenari diversi, quindi, per un disegnatore abile a destreggiarsi mantenendo la propria impronta riconoscibile.
Per concludere la recensione, anticipiamo qualcosa della storia che copre la seconda metà dell’albo: Shaolin di Antonio Zamberletti e Giuseppe Candita. Per entrambi si tratta dell’esordio sulla serie mensile dopo essersi dedicati rispettivamente ad una storia per il Magazine e una per il Color di storie brevi. La storia è quella di Lai Chen, un monaco guerriero cinese che lavora come operaio per la ferrovia. Accusato ingiustamente di omicidio, viene salvato da Tex e Carson, i quali sono impegnati a smascherare il crimine che si nasconde nella cittadina di Willow.
Uno spunto classicissimo che viene impreziosito dalla variazione sul tema del monaco Shaolin, esponente di un’arte marziale e di una cultura millenaria divenuta patrimonio dell’UNESCO nel 2010. I disegni di Giuseppe Candita si rivelano molto buoni e puliti (forse persino troppo puliti, segno che questa storia era probabilmente pensata per un Color) con le figure dei due pards indovinate al primo colpo. Essendo io stesso praticante di Shaolin ho seguito con attenzione sia le (poche) mosse di arti marziali sfoderate da Lai Chen sia la raffigurazione del tempio e della cultura Shaolin e per ora posso dire che Candita ha dimostrato di essersi documentato in maniera adeguata evitando di scadere nelle macchiette.
Per ora promossi entrambi gli autori, ma ne parleremo più adeguatamente con il prossimo albo.
0 commenti