Zombi a Darkwood – Zagor n.663 (ottobre 2020)

Scritto da Francesco Benati

2 Nov, 2020

Alla vigilia dell’uscita dell’albo conclusivo vi presentiamo la recensione di Zombi a Darkwood, l’ultimo Zagor mensile edito dalla Sergio Bonelli Editore. Storia perfetta per le atmosfere di Halloween, vede ai testi la premiata coppia composta da Samuel Marolla alla sceneggiatura e Paolo Bisi ai disegni, qui alla loro terza storia insieme.

Vediamo la sinossi che voglio passare subito ad altro: nella valle di Red Hook si scatena un’epidemia di zombi: gli infetti hanno assalito la cittadina in cui si trovano Zagor, Cico e due loro amici, fra cui spicca la vulcanica Steamboat Patty. I quattro sono costretti a difendersi dall’invasione dei non-morti e a farsi largo fra gli infetti.

 

 

Zombi a Darkwood – Zagor n.663

Soggetto e sceneggiatura: Samuel Marolla

Disegni: Paolo Bisi

Copertina: Alessandro Piccinelli

 

Nel leggere qualche commento all’albo in questione mi sono imbattuto in affermazioni del tipo “questa storia è come The Walking Dead”. 

Ecco, The Walking Dead, che è un bellissimo fumetto (sorvolo sulla serie che ho mollato dopo un paio di stagioni), con questa storia non c’entra un fico secco: qui i modelli sono altri, meno conosciuti e più underground.

Questa storia è un meraviglioso pastiche di tutti i cliché delle storie sugli zombie (perché si dice ZOMBIE con la E finale) uscite nell’ultimo ventennio: le citazioni e gli omaggi sono presenti non dico ad ogni pagina, ma quasi. Normalmente aborrirei storie di questo tipo, ma ammetto che sono un grandissimo appassionato dei non-morti e quindi non solo mi sono divertito un sacco nel leggere questo primo albo, ma mi è piaciuto riscoprire il mio amore per questo sottogenere horror.

Il mito fondativo è, come dichiarato dallo stesso Marolla, il film 28 giorni dopo di Danny Boyle risalente al 2002 e lo si può benissimo ritenere il primo prodotto di successo a modernizzare la figura del morto vivente. Benché io preferisca, e di gran lunga, il sequel 28 settimane dopo, riconosco l’importanza che quel film ha rivestito nello sviluppo del genere. 

La cosa più importante, direi, è che gli zombi corrono.

 

 

Ci sono poi due serie televisive pressoché sconosciute al grosso pubblico, ma entrambe rintracciabili su Netflix, intitolate Z Nation e Black Summer. La seconda è il prequel della prima e si possono considerare due serie praticamente opposte a The Walking Dead (pur non seguendo la serie televisiva di TWD posso immaginare le differenze: meno pistolotti sui conflitti fra gli esseri umani, meno personaggi egotici improbabili e più avventura a tutto spiano). Di queste due conoscevo solo Black Summer e poi ho provato a recuperare Z Nation dopo aver letto l’albo, ma ammetto di non esserne rimasto molto colpito. Va detto, sempre in seguito a quanto riportato da Marolla, che il personaggio di Steamboat Patty, riprende quello di Rebecca Warren in Z Nation.

Discorso diverso per quanto riguarda un’altra importante influenza, ovvero World War Z, film con Brad Pitt del 2012: per quanto se ne parli pochissimo, ha fatto buoni risultati al botteghino e, cosa ancor più importante, è un bellissimo film ad alto budget in cui si vede benissimo cos’è un’invasione zombie, concetto riportato molto bene in questo albo di Zagor.

Di opere ce ne sono altre, ma presumo che Marolla se le sia volute tenere per il secondo e ultimo albo della storia.

Citazionismo da nerd in stato terminale a parte, com’è questa prima parte?

Bellissima.

 

 

L’inizio è al fulmicotone: in poche pagine e Zagor e soci si trovano già nel bel mezzo dell’invasione zombie (con annesso l’unico difetto dell’intero albo, ovvero che poche tavole dopo la comparsa del primo infetto a Red Hook troviamo già la cittadina devastata) costretti a farsi largo per le strade, a rifugiarsi nei saloon e cercare di fuggire. Il ritmo è altissimo, le pause per prendere fiato sono poche e necessarie ad approfondire alcuni aspetti del racconto, ma poi si riparte subito con l’azione a rotta di collo. Benché Marolla sia stato, si presume, del tutto indipendente sulla scelta del soggetto, è buona l’idea di riallacciarsi alla vecchia storia Pericolo mortale, praticamente l’esordio sulla serie dell’attuale curatore Moreno Burattini.

Autentico protagonista è il buon vecchio Cico Felipe Cayetano Lopez Martinez y Gonzales, il leggendario compagno di avventure di Zagor sin dal primo episodio pubblicato nel 1961. Purtroppo è capitato, soprattutto in anni recenti, che il pancione messicano finisse a fare da tappezzeria, per cui è un grande piacere vederlo svolgere un ruolo da autentico co-protagonista, addirittura da eroe. Sì, perché Cico qui è un vero e proprio eroe che compie azioni persino un po’ alla Ken Parker come caricarsi una bambina sulla schiena e proteggerla mentre attraversa la città infestata dai non-morti per ben due volte. 

Azzeccatissima anche Steamboat Patty, vera sorpresa dell’albo: una donna energica, ricca di fascino, che non le manda a dire e con la raffinatezza di un bisonte infuriato. Lei è la protagonista di alcune delle scene più iconiche dell’albo, inclusi i maltrattamenti al povero Cico. 

 

 

Versante disegni: Paolo Bisi si conferma un ottimo disegnatore capace di infondere modernità e dinamismo lungo tutte le 94 pagine dell’albo. Aldilà del classico discorso sulla rappresentazione di Zagor (quello di Bisi è diverso da quello di Gallieno Ferri, per ovvi motivi, ma non ne tradisce la fisicità), la composizione delle vignette è sempre chiara e leggibile e il lettore riesce a identificare benissimo quello che succede senza problemi. Quella di Bisi è una matita personale e riconoscibilissima all’interno non solo dello staff di Zagor, ma della stessa Sergio Bonelli Editore, per cui la sua presenza sulla serie non può che essere una nota positiva.

Fra i vari personaggi, però, quello riuscito meglio è ancora lei, Steamboat Patty: il suo carattere è sicuramente frutto dell’ingegno di Marolla, così come, immagino, le indicazioni sul suo aspetto fisico, ma è la rappresentazione finale di Bisi ad essere vincente e a consegnarci un personaggio simpatico e divertente, pur nella sua carica ed energia. 

Diciamo quindi che siamo in presenza di un ottimo primo albo che vale i soldi spesi e che farà la gioia di tutti gli appassionati dei non-morti, sia i classici che i moderni. Io stesso, da strenuo difensore della linea romeriana (da George Romero, indimenticabile creatore dei morti viventi), ho apprezzato moltissimo questa storia e fremo per leggere la conclusione.

 

Alla prossima recensione, ma intanto seguiteci anche nel gruppo facebook, L’avventura a fumetti da A(dam) a Z(agor), sulla pagina Facebook FumettiAvventura – Le recensioni, sul canale YouTube FumettiAvventuraTV e iscrivetevi alla nostra newsletter per contenuti quindicinali esclusivi!

 

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