Con un battage pubblicitario per me sicuramente inferiore rispetto ad altre uscite di Lucca Comics&Games è arrivato nelle librerie nel novembre scorso K-11 – Volume Primo scritto e ideato da Matteo Casali, disegnato per questo primo volume da Davide Gianfelice, colorato da Stefania Acquaro, e copertina (e supervisione generale dei disegni e dei colori) di Emiliano Mammucari.
Si tratta di un altro volume della linea Audace sempre più dedicata (almeno in prima battuta) all’uscita in libreria e fumetteria (per poi magari trovare l’approdo come seconde edizioni in edicola come sembra che accadrà a Attica e Il Confine). Una scelta che punta sul confezionare un prodotto bello in cui l’esperienza di lettura è curata e migliorata dalla qualità della stampa e della carta oltre che dal formato più ampio. Certo di contro il costo del prodotto è di € 16,00, molto di più di una uscita da edicola a colori (ormai sui €5/6) ma assolutamente in linea con edizioni analoghe da libreria sia del mercato italiano sia di quello francese.
Ma bando alle questioni economiche.. parliamo di questo primo volume.
K-11 di Matteo Casali e Davide Gianfelice
Soggetto e sceneggiatura: Matteo Casali
Disegni: Davide Gianfelice
Colori: Stefania Acquaro
Copertina: Emiliano Mammucari
La storia in una domanda sintetica: e se il processo di creazione del soldato perfetto e superpotenziato che trasformò Steve Rogers nel primo mitico Capitan America fosse stato realizzato anche nell’U.R.S.S. alla fine della Seconda Guerra Mondiale per contrastare il sorgere della potenza nucleare americana?
Di fatto queste prime 60 pagine portano proprio a quella immagine di copertina di Emiliano Mammucari che ci parla di esperimenti, di potenziamento delle doti umani, di laboratori segreti sotto alle bandiere rosse con falce e martello dell’URSS. Ma in mezzo c’è tanto perché quando si riprende un archetipo il punto essenziale è capire ‘come’ le vicende si svilupperanno all’inizio prima ancora di sapere che forma prenderà questo universo alternativo immaginato da Casali (l’autore per altro con piglio anche ironico racconta in un articolo a conclusione del volume le fasi di ideazione del progetto fino alla scelta di un titolo (K-11) che ha ancora molto da rivelare).
Karl Tikhonov, lo Steve Rogers dell’URSS?
Il futuro superuomo è Karl Tikhonov, reduce della battaglia di Stalingrado, patriota fino al midollo (anche per motivi personali), desideroso di dare il suo contributo alla causa sovietica, ma purtroppo per lui reso zoppo da un colpo di fucile durante la difesa della città simbolo della resistenza russa all’avanzata nazista.
Karl ha, quindi, il profilo ideale dell’uomo che può rischiare tutto perché non ha nulla da perdere e di fatto questo è il motore della vicenda. La proposta di partecipare al Progetto Zaroff e di recarsi ad un laboratorio specializzato a Krasnojarsk-11, un luogo mai esistito ma in qualche modo legato alla «costruzione di luoghi simili, storicamente collocata qualche anno dopo, all’inizio della Guerra Fredda» [dalla postfazione di Casali], è quindi una inevitabile conseguenza dello stato psicologico e delle motivazioni intime di Karl.
La vicenda narrata si muove tra il presente del 1945 e il passato del 1942 in mezzo alla battaglia di Stalingrado combattuta strada per strada. Il gioco dei piani temporali è gestito con cura dei tempi ed è reso immediatamente percepibile dalla tavolozza cromatica che vira su toni più grigi come accade anche nell’uso delle mezzetinte nel bianco e nero quando si deve raccontare un fatto del passato.
Tra sceneggiatura e disegni: il lavoro di Casali, Gianfelice e Acquaro
La sceneggiatura di Matteo Casali ha sicuramente il merito di darci subito le coordinate di questa storia alternativa (le coordinata non vuol dire che non ci siano misteri!) e di presentarci dei personaggi netti e ben definiti. Respiriamo l’aria della spystory da Guerra Fredda e entriamo subito in certa retorica da regime.
Per ora il giudizio sul prologo non può che essere positivo e aspettiamo il secondo volume per capire dove si andrà a parare e se la componente superomistica diventerà la matrice fondamentale della serie aprendo una strada innovativa per la Sergio Bonelli Editore.
A proposito di supereroi non è un caso che a disegnare questo primo numero sia stato chiamato Davide Gianfelice che si occuperà anche del crossover DC/SBE tra Flash e Zagor. Gianfelice sostenuto dai colori di Stefania Acquaro offre una prestazione sicura sia nell’impostazione della tavola che ovviamente si prende tante libertà dalla gabbia Bonelli senza per questo andare ad una rottura completa come tipico dei comics americani. Mi pare più che altro una evoluzione della classica tavola italiana, chiara e lineare, ma con la possibilità di maggiori variazioni sul tema come è giusto che sia con un formato più ampio (spesso la pagina si imposta su 4 o 5 fasce, oppure su una immagine centrale a tutta pagina si inseriscono particolari con vignette poste ai margini).
Se devo poi aggiungere un elemento che mi ha molto convinto del suo disegno è sicuramente la rude schiettezza del volto del protagonista: una schiettezza che mostra un fuoco che cova all’interno del protagonista, una potenzialità che – lo intuiamo – sta per trasformarsi in atto in modo imprevisto e devastante.
A marzo dunque per la seconda parte di questa miniserie dove a quanto pare la storia personale di Karl Tikhonov potrebbe andare di fronte ad una svolta drammatica (in sostanza per me la questione potrebbe essere questa: ma Karl rimarrà l’araldo di un regime repressivo o diventerà il protagonista braccato di una dissidenza interna?). Il tutto questa volta per i disegni di Luca Genovese.
Un’ultima analogia che mi è venuta alla memoria in questi giorni in cui ricordiamo la morte del grande Ade Capone, scomparso 5 anni fa il 4 febbraio 2015: vi ricordate Il Potere e la Gloria? Ecco in cuor mio penso che K-11 sia in qualche modo ‘figlio’ del genio creativo di Ade!
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