Rapimento Alieno – Nathan Never n.334 (marzo 2019)

Scritto da Manuel Enrico

25 Mar, 2019

Difficile immaginare la fantascienza senza i rapimenti alieni. Protagonisti di pellicole storiche come Incontri ravvicinati del terzo tipo, trasformati in leggende metropolitane degne dei più inquietanti creepy past, le sparizioni imputabili agli omini verdi sono diventati un punto fermo nella letteratura fantascientifica, arrivando anche sul numero di marzo di Nathan Never: Rapimento alieno.
Firma la sceneggiatura di questo episodio uno dei creatori di Nathan, Michele Medda. L’animo più investigativo del Musone, per me, ha il volto di Medda, che ancora una volta costruisce una trama in cui il nostro Agente Alfa affronta un’indagine tutt’altro che semplice.

 

Rapimento Alieno – Nathan Never n.334

Soggetto e sceneggiatura: Michele Medda

Disegni: Elena Pianta

Copertina: Sergio Giardo

Al centro della vicenda abbiamo il ritrovamento di un uomo svanito mesi prima, John Matheson,  in stato confusionale e incapace di ricordare cosa gli sia successo in questo lasso di tempo. Ai tempi della scomparsa dell’uomo, era stato proprio Nathan ad indagare, non riuscendo a completare il suo incarico.
Quando l’Agenzia Alfa viene contattata dalla signora Matheson per scoprire cosa sia accaduto al marito nei mesi della sua scomparsa, Nathan, avendo precedentemente indagato sulla sparizione, è l’ovvia scelta della Elmore.
A dare il via a questa ricerca della verità è la convinzione di Matheson di esser stato vittima di un rapimento alieno, una verità che anche nel futuro di Nathan è accolta con sospetto. All’incredibile rivelazione di Matheson si unisce la difficoltò della moglie nel riconoscere la personalità del marito, una mutazione che non riesce ad accettare con la semplice scusa del rapimento alieno.
Quando una vecchia conoscenza ricompare nella vita di MAtheson, prima di uscirne definitivamente, l’indagine di Nathan prende nuova direzione che spinge il lettore in una direzione inattesa, verso un finale sorprendente.

 

 

Medda sceglie di offrire ai lettori di Nathan Never un’avventura poliziesca che si appoggia saldamente all’animo fantascientifico della saga. Non è semplice mantenere un equilibrio che veda queste due componenti sempre sotto l’occhio del lettore, ma il mestiere di narratore è una vocazione che Medda ha sempre onorato.
La storia in sé è accattivante ed originale, con una gestione del ritmo emotivo dei personaggi avvincente. Il modo in cui Nathan reagisce alle diverse pressioni dell’indagine, andando a creare una particolare relazione con la signora Matheson, è una suggestione emotiva interessante, che prende pieno senso solo nel finale della storia. E funziona se accettiamo di voler vedere il lato più romantico del Musone emergere nel momento giusto, dando un tocco delicato ad un finale che ribadisce come la giustizia, secondo Nathan, a volte non appartiene alle giurie ma ai cuori degli uomini.

 

 

Rapimento alieno è costruito su una complicata tela di emozioni, che non rinnegano amarezza e disperazione. Medda non vuole privarci di nessuna emozione, cerca di offrici uno spaccato umano quanto più possibile veritiero e palpabile, andando a caccia di una rete di relazioni personali che sostenga pienamente la storia. Vedere il lato romantico di Nathan, assistere al suo voler dare un senso a tutta la vicenda che bilanci la sofferenza causata dall’avidità umana è un sollievo, che rispetta una delle caratteristiche essenziali del personaggio (compreso un richiamo alla continuity di Medda).
Dove però Medda mi ha convinto poco, è un passaggio centrale della storia, in cui la costruzione della tensione narrativa sembra ritorcersi contro l’autore, costretto a forzare la dinamica narrativa che, ad una seconda lettura, sembra perdere di consistenza, indebolendo la solidità dell’indagine stessa.
Ho apprezzato maggiormente l’emotività con cui Medda ha raccontato Rapimento Alieno, che valorizza in modo ineccepibile ogni singolo personaggio.

 

 

Ad aiutarlo è l’ottimo lavoro di Elena Pianta, disegnatrice il cui tratto è particolarmente indicato nel trasmettere emozioni. La Pianta riesce a stimolare le corde emotive del lettore con espressioni vivide e realistiche dei personaggi, eccellendo nella realizzazione del linguaggio corporeo di Nathan e degli altri protagonisti.  Ben realizzate ma non particolarmente ispirate le parti più dinamiche e d’azione, in cui disegni mancano di quella fondamentale sensazione di energia che dovrebbe far spiccare i personaggi sulle pagine. Ma con l’ultima vignetta dell’albo che inevitabilmente richiama ad un pezzo di storia di Nathan, la Pianta si guadagna meritatamente un applauso.
Come sempre, la copertina porta la firma di Sergio Giardo. Il disegnatore torinese sceglie di dare eco al titolo dell’albo, una decisione che rende ancora più forte il senso di ‘depistaggio’ all’origine dell’indagine di Nathan.

 

Conclusa la lettura di Rapimento alieno, non ci rimane che aspettare aprile per scoprire quale inquietante segreto si cela dietro un altro rapimento: quello di Elania e del figlio Matthew. Cosa ci aspetterà in Elania è scomparsa?
Intanto, se volete, potete venirci a trovare nel gruppo facebook L’avventura a fumetti da A(dam) a Z(agor)!

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