Lo scorso dicembre, il Musone ha scelto di farci passare un ricco Natale, offrendoci ben due albi da leggere ambientati nel suo mondo futuro. Prima di lanciarsi nell’albo speciale, Joseph & Mary, il vecchio Nat si è goduto un’avventura dai toni duri e acidi: Codice Fantasma.
Scritta da Silvia Mericone e Maria Rita Poretto, Codice Fantasma ha avuto il supporto creativo di Davide Rigamonti, autore che negli ultimi tempi ha fornito a Nathan Never ottime storie. L’idea di veder nuove leve alle prese con Nathan Never è interessante, ideale per vedere quanto il mondo di Nathan possa essere rinnovato da idee nuove, che sappiamo però mantenere anche il substrato emotivo tipico del personaggio.
Codice fantasma – Nathan Never 331
Soggetto e sceneggiatura: Silvia Mericone, Maria Rita Poretto e Davide Rigamonti
Disegni: Patrizia Mandanici
Copertina: Sergio Giardo
Codice Fantasma ha mostrato che Mericone e Poretto sono parte di quelle nuova linfa che può dare corpo al futuro della serie. Mantenere una coerenza con la storia di Nathan è essenziale, per non dare una sensazione di distacco ai lettori più datati, ma il voler spingere il personaggio verso nuove frontiere non è solo parte del compito di un autore, ma è anche un grandioso gesto di affetto verso i lettori ed il personaggio stesso.
In Codice Fantasma, ho ritrovato lo spirito di Nathan, che emerge nei momenti essenziali della storia. Costretto a trovare rifugio su una sperduta base spaziale durante una serie di test per una nuova navetta, Nathan incontra Zoe, unica sopravvissuta dell’equipaggio.
Zoe è l’elemento vincente dell’albo. Il contrasto che si crea tra il suo passato, che ci viene lentamente presentato, e la sua attuale situazione è un lento crescendo emotivo che viene esaltato dal modo in cui si crea una sorta di amicizia con Nathan. La donna non è una persona che si inquadra facilmente, non è un’eroina e nemmeno un personaggio negativo, ma incarna pienamente il ruolo di anima perduta e spezzata in cerca di un ultimo tentativo di far la cosa giusta.
L’idea di partire a raccontare il tutto come un flashback è sempre un rischio, ma l’intensità emotiva di Nathan sin nelle prime pagine mette il lettore già sulla lunghezza d’onda giusta per farsi coinvolgere da questa trama. Sicuramente il tocco di Rigamonti ha la sua validità, ma il lavoro di Mericone e Poretto è un premio alla loro inventiva, che si spera possa ancora migliorarsi e tornare presto a manifestarsi sulle pagine di Nathan.
Ma Codice Fantasma mostra la potenza della storia anche grazia a Patrizia Mandanici, che ne realizza le tavole. Del suo lavoro ho apprezzato soprattutto l’ottima gestione della griglia, libera e impetuosa, che si adatta alla storia e non rinchiude invece la trama dentro rigidi confini. La Mandanici unisce a questa impostazione visiva un interessante utilizzo del nero, riuscendo sia costruire una valida gestione delle ombre che una visione oscura del passato di Zoe. Il tratto a volte spigoloso della Mandanici viene stemperato dall’intensità emotiva degli sguardi dei protagonisti, sempre intensi e capaci di veicolare al meglio l’intensità emotiva della trama.
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