Come Quando Fuori Piove – Le Storie n. 72 (settembre 2018)

Scritto da Daniele Ramella

28 Set, 2018

«Come Quando Fuori Piove» è il modo di dire che indica i semi delle carte da gioco (Cuori, Quadri, Fiori, Picche) e dal titolo potremmo essere indotti a credere che l’albo n. 72 de «Le Storie» sia incentrato sul gioco d’azzardo. Eppure non è esattamente così: il tavolo da gioco, caratterizzato a volte da grosse vincite, ma molto più spesso da perdite catastrofiche, è la causa scatenante di tutte le disavventure dei quattro protagonisti principali, Régis, suo figlio Victor, la giovane Kelly e l’ambiguo Gustavo, ma rappresenta anche la via per la salvezza finale, chiudendo quindi il cerchio come una sorta di redenzione.

 

Come Quando Fuori Piove – Le Storie n. 72

Soggetto, sceneggiatura e disegni: Simone Gabrielli

Copertina: Aldo Di Gennaro

La vicenda è incentrata sulla storia di una famiglia proletaria a Panama City, dalla costruzione del canale tra i due oceani fino alla sua inaugurazione. Gli eventi partono dal 1885 e si concludono nel 1920, con uno stile narrativo e una precisione storica che a volte ricordano i romanzi di Isabel Allende o i film di Sergio Leone, passando per certe telenovelas brasiliane (e il paragone non vuole certo essere irriverente).

La cifra stilistica scelta dallo sceneggiatore e disegnatore Simone Gabrielli è molto cinematografica e impreziosita dalle delicate mezzetinte, come si può notare a pag. 23, quando entra in scena Gustavo Parisi, ma soprattutto tra pag. 30 e 31, dove Gabrielli usa una tecnica molto simile a quella di Sergio Leone in C’era una volta in America: Victor e Kelly, ancora bambini, saltano un guado con una liana nel 1899, ma quando Kelly posa il piede sull’altra sponda sono trascorsi sei anni. Il guado viene quindi utilizzato come ideale «passaggio temporale», proprio come la celebre porta alla stazione, o come l’ancora più celebre buco nel muro.

 

 

Quasi tutti i personaggi giocano un ruolo fisso, da una parte i «buoni» Victor e Kelly, dall’altra il «cattivo» Rouvier e i suoi scagnozzi, ma il personaggio più riuscito e senz’altro l’italiano Gustavo, che si redime nel corso degli anni.

Sul finale c’è purtroppo un’imperfezione nei dialoghi, che fa pensare ad un grave errore storico e ad una confusione tra le due Guerre, ma l’autore ha poi chiarito sul forum di Comicus che si tratta appunto di un equivoco, che in ogni caso non rovina il piacere della lettura di uno dei migliori albi della collana.

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2 Commenti

  1. Ho tutti gli albi de "Le Storie", ma il numero 72 non era mai arrivato alla mia edicola di fiducia e quindi ci ho messo un po' (per pigrizia e per dimenticanza) per oridnanrlo e quindi per leggerlo. Fatto assolutamente inusuale per me… ma evidentemente c'era un "disegno" in tutto ciò: non dovevo leggerlo per non scalfire la mia devozione nei confronti della collana e della casa editrice.
    Il rigore storico sottolineato dal lettore Daniele Ramella è il marchio de "Le Storie", come lo è anche di tante altre collane bonelliane. In questo albo però viene infranto in un modo così grossolano che non riuscivo a credere ai miei occhi: responsabili l'autore, certamente, ma anche il curatore della collana. È davvero da sciagurati far risalire al 1920 il fascismo e la resistenza italiana.
    Tutto quello che di buono si poteva dire del fumetto di Gabrielli viene insesorabilmente sepolto senza misericordia da questa macchia indelebile… roba da damnatio memoriae.

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  2. Ciao Vincenzo,
    l’errore di cui parli, e di cui si è tanto parlato in questo albo è talmente grossolano, per come è apparso sul volume, da non lasciare dubbi sul fatto che si sia trattato di un refuso del processo di lavorazione; dico questo proprio per quello che tu dici nel tuo intervento, descrivendo la collana come una delle più accurate che siano state prodotte sul suolo italiano negli ultimi anni.

    Il fatto è che dietro ad ogni volume c’è un lavoro invisibile, enorme, di revisione; sono centinaia gli interventi e gli scambi tra autore ed editor prima e tra editor e tutto lo staff che inserisce i baloon poi, che basta un niente per dare un senso ad un dialogo piuttosto che un altro.
    Io non sono riuscito, a posteriori, a trovare il momento esatto in cui il baloon incriminato, in un taglio per renderlo più scorrevole, ha cambiato senso, e non mi sento certo di colpevolizzare nessuno dello staff che ci ha lavorato, perché in un lavoro del genere può succedere, non dovrebbe, ma può.

    Sinceramente, anche rileggendo la storia con tutto l’errore, io, da lettore, non avrei gridato allo scandalo, proprio perché troppo grossolano per non dare il beneficio del dubbio non solo all’autore, ma a tutte le figure che ci sono dietro ad una produzione di questo tipo.
    Ciò non significa che da fan della collana non lo avrei fatto notare, ma sicuramente avrei usato dei toni meno lapidari.

    Io mi auguro che prima o poi una nuova edizione, o una ristampa venga alla luce, con il dialogo originale, in modo da rendere anche giustizia al duro lavoro svolto da me e da Gianmaria Contro e tutto il personale bonelli, che non smetterò mai di ringraziare. Abbiamo fatto tanto nei tempi strettissimi che questo settore dell’editoria impone.

    Ad ogni modo ringrazio anche te di aver dedicato del tempo alla lettura dell’albo e per aver condiviso la tua opinione, anche se mi rammarico molto del fatto che un errore nel finale abbia impedito a te e a molti altri fan, di dare una valutazione a tutto il resto.

    un saluto a tutti voi

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