Grazie ai misfatti della distribuzione estiva, con qualche giorno di ritardo è uscito Gli eroi del Messico, nuovo albo della serie Le Storie, collana edita dalla Sergio Bonelli Editore che, da circa cinque anni, pubblica albi autoconclusivi ognuno contenente una storia assolutamente indipendente e scollegata rispetto alle altre. L’albo in questione è scritto da Fausto Vitaliano ed è disegnato da un maestro assoluto del fumetto italiano: Renzo Calegari, purtroppo scomparso nel novembre del 2017.
Gli eroi del Messico – Le Storie 71
Soggetto e Sceneggiatura: Fausto Vitaliano
Disegni: Renzo Calegari
Copertina: Aldo Di Gennaro
L’albo che ci troviamo fra le mani è un piccolo gioiello senza tempo: un volume assolutamente identico, per schema narrativo e per tipologia di disegno, poteva uscire tanto oggi quanto quarant’anni fa. La sua impronta classicissima fa sì che lo possa apprezzare chiunque, sia il giovane lettore che l’attempato sessantenne.
Sinossi: John Riley, giovane irlandese ribelle, non accetta di sottostare al giogo inglese e organizza piccoli atti di sabotaggio contro gli oppressori del proprio popolo. Vistosi scoperto, riesce ad imbarcarsi per l’America, meta prescelta da molti emigranti irlandesi che fuggivano dall’isola per via della terribile carestia che la stava affamando. Giunto nel Nuovo Mondo, Riley si unisce all’esercito americano, ma la sporca guerra contro il Messico del 1846 lo porta a compiere una scelta drastica.
La sceneggiatura di Vitaliano è precisa ed elegante nel raccontare la vera vicenda di John Riley e del Saint Patrick Battalion, forza militare costituita da disertori irlandesi che si unì all’esercito messicano durante la guerra del 1846/1848. Nelle sue 110 pagine, Vitaliano ripercorre l’intera parabola di Riley che ottiene il suo culmine nel corso della battaglia di Churubusco, al termine della quale l’intero battaglione è costretto alla resa, pur con la consapevolezza del destino che avrebbe atteso i propri componenti, tutti disertori dell’esercito americano.

Vitaliano non si butta in vezzi moderni, non si lancia in una storia dalla sceneggiatura particolarmente elaborata e dal ritmo ipercinetico. Lo script di Vitaliano è alla vecchia maniera, dall’incedere lento e l’impressione è quella di vedere un film della Hollywood che non c’è più. L’unica pecca, se vogliamo, consiste proprio nella griglia obbligata delle 110 pagine prevista dalla serie. Non sarebbe stato male concedere a questa storia un po’ di pagine in più (l’ideale sarebbe stato destinarlo alla pubblicazione degli Speciali annuali da 132 pagine a colori), ma capisco altresì le esigenze editoriali.
In quanto a Calegari, semplicemente enorme. Nonostante l’età, nonostante gli inevitabili problemi di salute che ne derivavano, questo gigante del fumetto ha fornito una prova maiuscola tenendo alta la propria bandiera fino alla fine. Il suo tratto personalissimo e inconfondibile, il suo senso della narrazione, la profondità e l’ampiezza del suo sguardo sono tutte caratteristiche del fumettista genovese che in questo albo non vengono mai meno, neppure nelle pagine finali, dove già l’incertezza cominciava a manifestarsi.

E sì, forse ci saranno anche state le consuete correzioni redazionali, ma se la base non è ottima anche il grafico più volenteroso può fare ben poco. E se davanti a te hai degli scarabocchi, ti voglio vedere a lavorare con la Cintiq!
E il lavoro di Calegari è stato semplicemente eccezionale. La degna chiusura di un maestro del fumetto italiano, uno che non si è limitato a realizzare una pietra miliare come Storia del West di Gino D’Antonio, ma ha continuato a lavorare anche in età avanzata e ha realizzato tanto lavori degni di nota. Non ultimo, ha radunato attorno a sé un piccolo stuolo di allievi che oggi rappresentano le eccellenze del fumetto nostrano. Penso a nomi come Stefano Biglia e Giovanni Talami, oggi autori importantissimi della Sergio Bonelli Editore, il primo su Tex e il secondo su Morgan Lost.
Fidatevi: acquistate questo albo e assaporatelo dalla prima all’ultima pagina. Avrete l’occasione non solo di scoprire una storia praticamente sconosciuta al pubblico occidentale (la guerra tra il Messico e gli Stati Uniti del 1846/1848 è un buco nero, figuriamoci la storia del Saint Patrick Battalion), ma anche quella di assaporare l’ultima, bellissima opera dell’ultimo gigante del fumetto italiano, l’ultimo esponente di una generazione che ha contribuito a rendere grande questo piccolo mezzo espressivo.
Venite a dirci la vostra nel gruppo Facebook, L’avventura a fumetti da A(dam) a Z(agor)!
0 commenti